Come funziona Clubhouse, il nuovo social su invito

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Cos’è Clubhouse, il nuovo e già famoso social vocale a cui accedere solo su invito

Come funziona Clubhouse, il nuovo social basato sul vocale e sull'audio a cui si può accedere esclusivamente su invito

Clubhouse è un neonato social network che gode già di una certa popolarità, probabilmente dovuta all’esclusività: è infatti una app utilizzabile solo su iPhone (per ora, ma si è in attesa della versione per Android) e accessibile solo su invito.

Ciò significa che, per entrare a far parte della community CH, dovrai ricevere l’invito da un tuo contatto o da una persona già presente sulla piattaforma.

Gli inviti sono un’arma preziosissima su Clubhouse ed è per questo che, all’inizio, ne vengono concessi solo due. Ma, come vedremo più avanti, danno molto valore a chi ne ha da “spendere”.

Clubhouse ha una caratteristica fondamentale che lo rende unico e apre la porta a svariate potenzialità: è un social solo vocale, cioè basato sulla voce e sull’audio, e per questo ricorda molto da vicino la radio.

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Le stanze e i club

La home di Clubhouse, la nuova app social a cui si accede solo su invito
Clubhouse è un social che si basa sull’esclusività e sul potere degli inviti.

Tutto ruota intorno alle stanze, alle rooms, dove avvengono le conversazioni in diretta.

Niente audio registrati, nessuna possibilità di replica o di scaricare eventuali file mp3, perché ogni comunicazione avviene live, come nella realtà di una sala, dove tutti i partecipanti si riuniscono per scambiare opinioni e informazioni.

Quindi, se dovessi mancare all’appuntamento con una stanza, non avrai la possibilità di ascoltarne il dibattito in un secondo momento.

Chiunque sia iscritto a CH può aprire una stanza propria in qualsiasi momento, mentre per i club il discorso è diverso.

I club, infatti, sono vere e proprie community che si incontrano “vocalmente” su appuntamento per discutere di temi e interessi comuni.

Sono simili ai gruppi di Facebook, per intenderci, con la differenza sostanziale che su Clubhouse bisogna compilare un modulo per poter creare il proprio club.

Si vocifera che a breve sarà possibile aprire club a pagamento (notizia da prendere con le pinze) e che la procedura per la creazione dei club verrà snellita.

I club già esistenti sono contraddistinti dal simbolo di una casetta verde accanto alle stanze che presiedono e che sono raggruppate a seconda degli interessi.

La mia esperienza con Clubhouse e con gli inviti

Non avevo mai sentito parlare di questa nuova app, apparsa sulla scena social nella primavera 2020.

Poi, qualche settimana fa, in un gruppo Facebook dedicato ai social un membro ne parlava supplicando un invito.

Pian piano, i commenti si sprecavano: chi aveva ormai terminato gli inviti, chi si accodava alla ricerca di contatti che ne elargissero con generosità, chi minimizzava sulla loro importanza e così via.

Incuriosita, ho scaricato l’applicazione confidando che, prima o poi, qualcuno dei miei contatti mi avrebbe aperto le porte.

Clubhouse Drop-in audio chat è un nuovo social scaricabile solo per iPhone su cui creare conversazioni audio
Clobhouse, la app basata solo sull’audio e scaricabile dall’App Store e per ora solo per iPhone

Ho quindi scoperto che, se non hai un invito, puoi intanto metterti in lista d’attesa e incrociare le dita, nella speranza che Clubhouse stesso, non si sa con quali tempistiche, ti lasci entrare (e la vedevo come unica soluzione, al momento).

Dopo un paio di giorni, sinceramente, me n’ero quasi dimenticata quando…colpo di scena! Una persona fino a quel momento sconosciuta mi aveva fatto entrare!

E così ho iniziato a entrare nelle stanze che mi sembravano interessanti ed a utilizzare l’applicazione per farmi un’idea delle reali potenzialità.

Avevo, in effetti, il sospetto che fosse un social un po’ gonfiato, reso importante e prezioso solo in virtù di questa tanto sbandierata esclusività ma nulla di più. In realtà mi sbagliavo.

Le potenzialità di Clubhouse

Prima di tutto, Clubhouse sollecita, almeno in questa prima fase, uno scambio professionale e di qualità. Niente a che vedere con le frivolezze in cui si incappa prima o poi su Tik Tok, ad esempio, o con l’ostentazione di Instagram.

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Su Clubhouse ci si riunisce per parlare di argomenti su cui si è competenti per arricchirsi col contributo degli altri e arricchire gli altri, gli ascoltatori.

Diventa quindi un momento di approfondimento e confronto. Anche perché, dal momento che lo strumento principe sono la voce e le parole, non ci sono distrazioni o contenuti vuoti riempiti con immagini o video ad effetto, come può accadere sugli altri social. Poca “fuffa”, insomma.

In secondo luogo, e questa secondo me è una caratteristica molto interessante, CH promuove una comunicazione orizzontale.

Questo significa che, una volta entrati in una stanza organizzata magari da un professionista di alto livello, si ha la possibilità di intervenire al fianco del professionista: si può prendere la parola e offrire il proprio contributo.

Se si ha qualcosa di interessante da dire, ci si mette in luce, si crea una propria rete di contatti e, in una parola, si fa networking senza grandi difficoltà. Perché, alla fine, è proprio come incontrarsi di persona (si parla e si interagisce sempre in diretta), senza neppure il possibile imbarazzo della relazione fisica.

In più, si possono ascoltare tutte le rooms di proprio interesse anche se si è impegnati in altro, proprio come avviene con una trasmissione radiofonica. Non c’è bisogno, come con gli altri social, di avere in qualche modo il controllo dello schermo. A patto, ovviamente, che non si voglia intervenire.

L’altro lato della medaglia? Può diventare un enorme divoratore di tempo, se l’obiettivo è quello di fare rete e dare un contributo concreto.

Clubhouse dice addio alla solitudine del freelance

Penso che molti miei colleghi freelance, anche di altre categorie professionali, siano d’accordo su questo: spesso essere liberi professionisti vuol dire anche lavorare in solitudine e avere poco tempo e modo di relazionarsi e confrontarsi con i colleghi. Ne avevo già parlato in La mia esperienza da freelance.

Il Covid nel 2020 (e tuttora) ha forse peggiorato la situazione.

Clubhouse accorcia le distanze, abbatte il muro del digitale e porta gli altri nel proprio spazio. Anzi, si condivide lo spazio della stanza, si può interagire ma anche scegliere di ascoltare passivamente. E aiuta i freelance a sentirsi meno soli e a dialogare, anche in modo molto stimolante, con gli altri colleghi.

Le stanze su Clubhouse

Chiunque può aprire una nuova stanza di cui sarà poi moderatore.

Si può scegliere di creare una stanza:

  • pubblica, dove tutti possono entrare e prenderne parte. Le stanze pubbliche sono pensate per essere inclusive, ospitare tante persone, affrontare tematiche di largo respiro e conoscere nuove persone;
  • social, dove la conversazione si restringe e diventa più intima e dedicata a chi segui;
  • chiusa, cioè solo per pochi intimi che scegli direttamente tu. Nulla vieta che tu espanda i partecipanti in un secondo momento. Le stanze chiuse possono diventare veri e propri webinar, corsi, seminari riservati agli iscritti o anche solo un modo diverso per organizzare una riunione di lavoro!

I ruoli delle stanze

Le stanze, o rooms, sono il luogo dove avvengono le conversazioni e ogni stanza ha partecipanti con diversi ruoli.

Chi prende la parola ha la foto del profilo cerchiata di grigio (una pecca, secondo me, perché quando i partecipanti sono tanti è più difficile da individuare).

Il moderatore

Il moderatore, contraddistinto da una stella o un asterisco verde accanto alla foto profilo, è chi crea una stanza.

Ciò significa che avrà, in un certo senso, la responsabilità sia del contenuto discusso all’interno della stanza, sia dei partecipanti. Può infatti decidere di aggiungere o rimuovere gli altri utenti.

Il moderatore, insieme agli speaker, è visibile subito nella parte alta della stanza.

Gli speaker

Chi prende la parola accanto al moderatore sul palco è naturalmente uno speaker. Di solito una stanza inizia con un moderatore e uno o più speaker con l’obiettivo di allargare la conversazione agli altri ascoltatori, i cosiddetti listener.

I listener

Gli ascoltatori che entrano nella stanza sono le persone interessate all’argomento trattato e possono decidere se restare in silenzio e semplicemente ascoltare, o prendere la parola alzando la mano. Basterà infatti toccare l’icona apposita in basso a destra e attendere che il moderatore e gli speaker diano la parola.

Non c’è nessun vincolo o obbligo: si può tranquillamente restare in silenzio e magari spiare i profili degli altri partecipanti, decidere se conoscerli meglio per poi seguirli. Oppure si può decidere di abbandonare la stanza, senza alcun bisogno di farlo sapere agli altri.

Le stanze di Clubhouse possono essere create da chiunque, si può ascoltare, prendere la parola e interagire
Come entrare nelle stanze per ascoltare, prendere la parola o abbandonarle: sotto ad ogni conversazione avrai la possibilità di prendere la parola toccando la manina.

Crescere sulla app

L’evoluzione e lo sviluppo di Clubhouse sono, a mio parere, legati principalmente alla capacità di mantenere alte le conversazioni al suo interno. E non sarà un compito semplice, man mano che il pubblico si amplierà e l’esclusività attuale andrà per forza scemando.

Ci sarà bisogno di maggior controllo sui contenuti che, essendo vocali, non saranno di facile monitoraggio. Oppure, dare una svolta totale introducendo figure di alto livello in grado di catalizzare l’attenzione e creare club di un certo peso per costruire nuovamente esclusività interne alla piattaforma.

Sicuramente questo è il momento per crescere su Clubhouse: aprire nuove stanze, interagire, partecipare attivamente perché solo così si acquisisce potere, il potere di accumulare inviti e quindi consegnare le chiavi d’accesso in mano ad altre persone che si tradurranno in follower. La forza di questa catena sta proprio nel valore di chi invita e che verrà sempre menzionato sul profilo dell’invitato: se io, ad esempio, invito te, sul tuo profilo apparirà il mio nome, cioè “Nominated by Silvia Cossu”.

E tu, sei già su Clubhouse o sei ancora alla ricerca di un invito?

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