Quando un sito web non serve a nulla?

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Quando un sito web non serve a nulla è il caso di correre ai ripari, di rimboccarsi le maniche ma soprattutto di prendere coscienza del problema.

Sì, anche nella nostra epoca super tecnologica in cui è impossibile non avere una presenza online, ci sono dei casi in cui avere un sito web non serve a promuovere il tuo business e non porta alcun risultato.

Quando u sito web non funziona, i risultati sperati non arrivano e il tuo business ne risente: ecco 7 punti per capirlo

Molte volte mi viene richiesta la realizzazione di un sito web tout court, con la convinzione che basti un dominio e qualche pagina web gradevole e facilmente navigabile per aver risolto il problema della presenza online.

Quando rispondo che tutto ciò è solo l’inizio, il primo passetto per una giusta promozione online, molte persone sgranano gli occhi.

Non vogliono crederci, o forse non vogliono investire tempo e risorse in quella direzione perché pensano che chiunque possa raggiungerli attraverso internet quando un sito web è attivo e funzionante.

Negli anni il web è cambiato molto e si è evoluto e si evolve di continuo.

Quando ho iniziato a lavorare in questo campo, era in effetti davvero facile essere trovati sul web.

Scarsa era la concorrenza, soprattutto in Italia, la comunicazione poteva essere anche un po’ improvvisata, l’ottimizzazione per i motori di ricerca era facile, richiedeva poche competenze e permetteva molte scorciatoie, per non dire “furbate”. Inoltre, all’epoca, non esistevano neppure i social.

Ora tutto ciò non solo non esiste più, ma va proprio dimenticato quando si promuove un business online.

Quando un sito web non serve a nulla è un vero peccato, una perdita inutile di risorse e potenzialità che rimangano chiuse nel cassetto. E’ come avere una Ferrari sempre chiusa e nascosta sotto un telo nel garage, abbandonata a sé stessa.

E naturalmente è il tuo business e la tua attività a risentirne in primis.

Spero non sia il tuo caso. Vediamo alcuni casi che ti aiuteranno a capire se il tuo sito web non sta aiutando la tua attività.

Quando un sito web non funziona: alcuni punti e caratteristiche per capire cosa bisogna migliorare e su cosa concentrarsi per migliorare la propria presenza online1. Quando un sito web non serve a nulla: l’assenza di un blog a supporto

Il blog continua ad essere uno strumento fondamentale per farsi trovare online, creare fiducia e acquisire nuovi clienti. Senza contare che essendo un grande contenitore di contenuti, aiuta nel posizionamento sui motori di ricerca.

I dati parlano chiaro:

Un blog aggiornato e curato con costanza è il primo impatto che offri al tuo pubblico, come abbiamo già sottolineato altre volte.

Se lavori su contenuti di valore e utili per i tuoi utenti, creerai con loro  un rapporto di fiducia offrendo con serietà le tue competenze e la tua professionalità.

Il blog è uno strumento che ti permette, quasi a costo zero, di entrare in contatto con il tuo pubblico e conversare con chi è interessato a ciò che offri.

Ma non solo: il blog lavora per te anche quando tu sei impegnata/o in altro. Basta che pensi alla durata di un post sui social e a quella di un articolo del tuo blog. Sui social, se vai alla grande, il tuo post sarà visto e poi dimenticato nell’arco di poche ore. Il tuo blog invece continua a portarti sotto ai riflettori negli anni.

Mentre la pubblicità e le inserzioni tradizionali sono un canale autoreferenziale, di cui spesso la gente è stufa e a cui non presta attenzione, con un blog stai parlando solo ed esclusivamente alle persone e puoi offrire loro, gratuitamente, una soluzione ai loro problemi. Non parli solo di te, ma parli a loro e di loro.

A questo proposito ti segnalo questi articoli:

2. Quando un sito web non funziona: non c’è una strategia di comunicazione sui social

Un sito web deve avere un supporto esterno per dare e ricevere valore.

I social sono quel supporto imprescindibile per chi ha un’attività da promuovere online. Molti credono ancora che basti o l’uno o l’altro: se hai un sito non ti serve la pagina Facebook e viceversa. E’ un errore ancora comune.

I dati relativi alla fine del 2016 e pubblicati da IlSole24ore parlano di 29 milioni di utenti online solo su Facebook al mese, che in Italia gode di ottima popolarità, nonostante le ultime difficoltà e i recenti cambiamenti.

Le persone, inoltre, condividono con piacere sui social contenuti che ritengono utili non solo per sé, ma anche per la propria cerchia di contatti.

Intercettare il proprio pubblico sui social e guidarlo sui contenuti online del sito web dovrebbe ormai essere un’operazione scontata.

3. Quando un sito web è abbandonato e mai aggiornato

Un sito web andrebbe costantemente aggiornato e curato. Dovrebbe essere migliorata non solo la parte dei contenuti testuali ma anche quelli visivi. La parte grafica gioca un ruolo importantissimo perché è quella che intrattiene le persone sul tuo sito e attrae lo sguardo umano. Senza dimenticare un controllo sull’usabilità, che in effetti è il modo migliore per accogliere le persone e soprattutto per farle ritornare sulle nostre pagine web.

Creare un sito e poi pensare di aver concluso il lavoro per un anno almeno è ciò che rende inutile averlo.

Non solo è un danno per chi lo visita, che se ne accorgerà facilmente, ma anche per il posizionamento su Google.

Per non parlare degli aggiornamenti tecnici, a cui riservare un occhio particolare, perché sappiamo quanto la tecnologia e il web si evolva ogni giorno e ciò rende necessario anche qualche piccolo o grande cambiamento.

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4. Quando non è responsive non è più un sito web

siti web su smartphoneUn sito web accessibile e correttamente navigabile dai dispositivi mobili è ormai un obbligo, anche imposto dai motori di ricerca, che indicizzano ormai solo i siti responsive.

D’altronde tutta l’esperienza online che offriamo agli utenti deve essere prima di tutto pensata per i mobile devices.

Le persone vivono continuamente con lo smartphone in tasca, effettuano ricerche dal cellulare, si connettono ai social tramite le app, si aspettano di trovarti con estrema facilità anche e prima di tutto così.

Secondo i dati forniti da Audiweb, sono più di 37,5 milioni gli italiani che navigano da smartphone e più di 15,4 milioni da tablet.

Se hai un sito web datato, potrebbe non essere responsive.

Credi che sia un dettaglio? Niente affatto.

Pensa di essere tu il tuo cliente che in qualche modo atterra sul tuo sito da smartphone ma non riesce a navigarlo e a visualizzarlo in modo corretto: non solo è un’esperienza che fa pensare ad una scarsa professionalità, ma quell’utente molto probabilmente abbandonerà il tuo sito e si rivolgerà al sito della concorrenza.

5. Se non è SEO friendly

Quando un sito web non è SEO friendly è naturale che non funzioni come dovrebbe, perché perde il proprio obiettivo principale.

La SEO (Search Engine Optimization) ti permette in primis di farti riconoscere da Google (che è il motore di ricerca più utilizzato) e quindi di farti trovare dal tuo pubblico.

Non vuol dire essere ai primi posti, come molti credono, ma essere trovati per ciò che vogliamo essere trovati.

Sarà intanto difficile riuscire a strizzare l’occhio a Google con poche paginette online e con pochi contenuti. Curare la SEO è una strategia fondamentale quanto non sempre facile e mai definitiva.

Anche in questo settore, l’aggiornamento sulle ultime novità e sui nuovi trend è imprescindibile.

Un anno fa circa ho seguito un corso molto approfondito sulla SEO ma non mi sono mai sognata di fermarmi lì. Ho continuato la mia formazione anche perché in pochi mesi molte parti che avevo analizzato e studiato erano già cambiate.

Non basta curare la meta description o creare un titolo ad affetto, sperando di incuriosire gli utenti. Anche i contenuti visivi vanno implementati nel modo giusto così come i link e la loro quantità.

Ora più che mai è importante anche seguire una strategia SEO locale, che ti permetta quindi di geolocalizzare la tua attività.

La SEO di un sito web non è un argomento a sé stante, ma si collega agli altri punti che abbiamo visto.

Un sito web in cui la SEO è trascurata purtroppo è come comunicare in una stanza vuota: il messaggio potrebbe essere interessante ma nessuno lo sente.

6. Quando un sito web è autoreferenziale

E non parla del tuo cliente ma parla di te e del tuo business.

Le persone sono più propense ad ascoltare e a rispondere ad un discorso che le coinvolge e le fa sentire protagoniste.

Se sul tuo sito web parli solo di ciò che offri, della qualità di un tuo prodotto o servizio, il tuo discorso cadrà un po’ nel vuoto e nessuno avrà voglia di ascoltarlo. E’ un po’ come essere inseguiti da un venditore per strada che tenta a tutti i costi di farti acquistare la sua merce. In realtà potrebbe anche interessarti, ma il modo in cui si presenta già ti infastidisce.

Il tuo sito invece deve essere l’ispirazione che la gente ha bisogno di trovare quando cerca una risposta online.

7. Se non sei disposto/a ad investire sul tuo sito web

Il tuo sito non funzionerà.

Se pensi ancora che tutto ciò che è online può essere gratis, stai sbagliando di grosso. Sempre di più il web e i suoi vantaggi saranno a pagamento se vorrai, appunto, che siano dei vantaggi per la tua attività.

Facebook, che ha sempre vantato il proprio accesso gratuito, per chi ha un business non ha quasi più nulla gratis. Lo sta seguendo gradualmente anche Instagram.

Investire non significa solo pagare in denaro, significa anche investire altre risorse come il tempo e le energie.

Non essere disposti a farlo implica non investire nel proprio business, non voler crescere e non crederci abbastanza.

E non essere competitivi: se non lo fai tu lo sta già facendo qualcun altro del tuo settore e ne sta traendo i benefici che invece tu ti sei precluso. Un peccato, non credi?

Conclusione

Avere una presenza online è una grande opportunità di crescita ma bisogna essere consapevoli delle modalità e delle eventuali strategie da adottare.

Il web è un luogo fantastico e incredibilmente arricchente ed è per questo che ormai è sovraffollato. Fortunatamente (o meno) non tutti sanno come utilizzarlo bene.

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